Mensa scolastica, 1 euro alla Ristorò e 29 centesimi per un pasto completo, tasse e debiti.
Stampa questo articolo“Conti in tasca alla cooperativa Quadrelle 2001. Affari, debiti e costi da pagare con i soldi dei pasti per i bambini”.
“29 centesimi per primo, secondo, contorno, pane, frutta, acqua, vaschette, trasporti, tasse, debiti e bollette, questa mensa è destinata al fallimento. Vediamo nel dettaglio perché.
La cooperativa sociale Quadrelle 2001 servirà i pasti ai bambini delle scuole di Benevento fino alla fine maggio ad un prezzo di 3,05 euro per ogni pasto, solo 16 centesimi in più rispetto al prezzo attuale (2,89 euro) che non risolvono le gravi difficoltà economiche della cooperativa.
Dai 3 euro e cinque centesimi vanno sottratti 1,76 euro per i costi di lavoro e sicurezza. Rimangono 1,29 euro. Da questi vanno tolte le spese fisse da pagare alla famiglia Barretta Porcelli, titolari di due aziende gemelle Ristorò e Ristogel, figlie del Complesso Polivalente Rossana.
Quadrelle ha acquistato pezzi di entrambe: da Ristorò ha preso attrezzature e certificazioni per la ristorazione collettiva, e un debito di 633.000 euro (atto notaio Santomauro del 20 luglio 2015, rep. 4470); da Ristogel ha acquisito i contratti con i fornitori per l’approvvigionamento deiprodotti per le mense e un debito di 70 mila euro (atto notaio Santomauro del 20 luglio 2015, Rep. 4471). Quindi si è accollata un debito complessivo di 700 mila euro.
Eppure, la famiglia Barretta- Porcelli serviva i pasti a 4,30 euro e pagava metà del costo del lavoro perché il resto lo pagava la Regione con la cassa integrazione.
La Quadrelle si è fatta carico di tutto questo debito a luglio del 2015 quando il contratto di mensa scolastica con il Comune era scaduto e quello con la ASL era sospeso e in procinto di scadere. Insomma, la Quadrelle non aveva alcun contratto di servizio eppure si è assunta i debiti perché convinta di poter recuperare comunque.
Non sappiamo come e quando pagherà questi debiti, ma torniamo ai conti iniziali.
Sappiamo che sui costi che deve sostenere ci sono 100 mila euro per il fitto delle cucine, da pagare alla società Ristorò e alla società I.P.I. Finance, un’intermediario finanziario con sede a Milano della stessa famiglia Barretta (atto notaio Santomauro del 20 luglio 2015 rep. 4472).
Considerato che i pasti forniti nell’anno saranno circa 136mila (850 al giorno per 160 giorni), l’affitto grava su ogni pasto per circa 70 centesimi di euro. In più lo stesso contratto di fitto prevede che la Quadrelle versi alla Ristorò altri 30 centesimi a pasto per un totale di 1 euro a pasto (70+30) solo per il fitto del capannone. Dunque € 1,29 – € 1,00 restano 29 centesimi per tutto il resto, cioè: alimenti di qualità in parte biologici, le vaschette, le posate, i costi di trasporto e poi acqua, luce, gas, tasse e magari una parte di quel debito di 700 mila euro ereditato dalla Ristorò.
È chiaro che tutto questo non potrà essere garantito e la Quadrelle 2001 dovrà risparmiare o sui costi del lavoro, infatti non ha pagato stipendio e contributi e ha lasciato a casa 15 lavoratrici, o sulla qualità dei prodotti. Probabilmente dovrà risparmiare su tutti e due”.
Il presidente – Gabriele Corona