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Un anno dopo la “pasta e ceci con insetti”, il teorema accusatorio contro il giornalista del Corriere dela sera.

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Comunicato stampa del 3 dicembre 2015

L’anno scorso, esattamente il 3 dicembre, con un comunicato alla stampa annunciammo che la Ristorò, la ditta che gestiva il servizio di mensa scolastica, era stata costretta a gettare la “pasta e ceci” già cucinata e messa nelle vaschette perchè piena di larve di insetti.

La ditta della famiglia Barretta-Porcelli avrebbe potuto confermare l’episodio spiegando che si era trattato di un fatto isolato ed assicurando che i ceci erano di ottima qualità e provenienza certa, ed invece smentì categoricamente. Sostenne di NON AVER MAI CUCINATO la pasta con i ceci e di NON AVER MAI CONFEZIONATO LE VASCHETTE. Spiegò di aver dovuto buttare solo i ceci che non cuocevano per difetto della pentola.

Insistemmo precisando che nel pomeriggio del giorno prima, il 2 dicembre, alcune dipendenti (poi licenziate per infedeltà) avevano fatto notare al cuoco che nella pentola dei ceci messi in ammollo si notavano larve e piccoli insetti che galleggiavano. Furono invitate a farsi gli affari loro, come se la salute dei bambini non riguardi la coscienza di ognuno di noi!

La mattina dopo quei ceci furono cotti comunque e mischiati alla pasta (cubetti). Furono preparate circa 500 vaschette sulle quali fu apposta anche l’etichetta “Ristorò.. Pasta e Ceci….. giorno 3/12/2014”. Poi, dopo la protesta insistente di un’altra dipendente, il padre dei titolari della ditta dispose la sostituzione del pasto con la “pasta in brodo” inviata alle scuole con notevole ritardo.

Le vaschette con la pasta e ceci furono riaperte e il contenuto buttato nei cassonetti dei rifiuti.

Il secondo comunicato di Altrabenevento fu seccamente smentito dalla Ristorò e dal comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Moschella, il quale dichiarò alla stampa che la “pasta e ceci” non era stata mai prodotta né chiusa nelle vaschette e che le dottoresse della ASL presenti quella mattina in mensa, e il personale interrogato, non avevano confermato il nostro racconto.

A marzo scorso, al giornalista Antonio Crispino, del Corriere della Sera, il titolare della Ristorò negò la presenza di insetti nella “pasta e ceci” e dichiarò, con decisione, che tale pasto non era mai stato preparato. Assolutamente no! Aggiunge che neppure le vaschette erano mai state confezionate. Assolutamente no!

Ma un operaio ha invece raccontato a Crispino che quella sera del 3 dicembre 2014, dopo la chiusura della mensa, su ordine del titolare della Risorò, prelevò i bustoni neri con le vaschette sporche e le buste trasparenti con la “pasta e ceci” inquinata da insetti, li nascose per la notte in un posto sicuro e al mattino successivo, alle prime luci dell’alba, insieme ad altri due dipendenti della Ristorò, le nascose nelle vasche di fogna di un altro capannone di proprietà Barretta-Porcelli.

L’operaio a marzo 2015 ha accompagnato me e il giornalista nel vecchio capannone dove, infatti, abbiamo ritrovato i bustoni neri con le vaschette sporche e l’etichetta ancora appiccicata “Ristorò.. “Pasta e Ceci”….. giorno 3/12/2014”.

Il 25 marzo sul sito del Corriere della Sera è stata pubblicata la video-inchiesta di Antonio Crispino che documenta quanto dichiarato dalle dipendenti della mensa e dall’operaio. La città rimase sconvolta e solo l’Arcivescovo difende i Barletta accusando il giornalista di furbizia. Lo stesso giorno il servizio mensa venne sospeso, i Nas sequestrarono le vasche di fogna con le vaschette e la pasta e ceci, la Procura della Repubblica aprì un’indagine e la Guardia di Finanza sequestrò i documenti relativi all’appalto alla Ristorò.

Poi a giugno, finalmente, l’ARPAC ha fatto un sopralluogo al vecchio capannone ed ha confermato il ritrovamento nelle fogne dei bustoni neri con alcune centinaia di vaschette sporche “di un liquido giallastro”, con la etichetta ancora appiccicata “Ristorò.. “Pasta e Ceci”….. giorno 3/12/2014”. L’ARPAC ha confermato pure il ritrovamento della pasta (cubetti) con i ceci ma ha scritto nel verbale che “dall’esame visivo non si notano insetti”.

Il verbale dell’ARPAC consegnato dal Sostituto Procuratore della Repubblica titolare dell’indagine all’avvocato della Ristorò, finisce ad alcuni organi di informazione locali che si precipitano a scrivere “Smentiti Altrabenevento e il Corriere della Sera, nella pasta e ceci non c’erano insetti. Punti a favore della Ristorò”. Nessuno dei giornalisti interessati nota, però, che si tratta solo di “esame visivo” effettuato dopo sei mesi dalla preparazione del cibo contaminato.

Esulta anche il comandante Moschella che si domanda “adesso chi pagherà il Comune per il danno di immagine procurato dalle dichiarazioni di Gabriele Corona?”

Ma il ritrovamento della pasta e ceci cucinata e le vaschette con le etichette della Ristorò e la data del 3 dicembre, smentisce proprio la ditta della famiglia Barretta-Porcelli che ha sempre sostenuto di non aver cucinato quella pietanza quel giorno e di non averla confezionata ed etichettata. Si confermano invece le tesi di Altrabenevento, le dichiarazioni del testimone e il servizio giornalistico del Corriere della Sera a meno che non si voglia pensare che tutto sia falso e preparato ad arte. Io e il giornalista avremmo cucinato la pasta e ceci, procurato le vaschette, falsificato le etichette e nascosto tutto dimenticando solamente di mettere nelle buste un po’ di larve di insetti. E poi avremmo pure costretto “con minacce e/o violenza” i testimoni a dire il falso.

Accusa assurda, ridicola, ma è proprio quella per la quale il giornalista Antonio Crispino ed io siamo indagati da sei mesi dalla Procura della Repubblica di Benevento su denuncia della Ristorò.

Non si sa invece, che fine ha fatto l’indagine sul disservizio della Ristorò, mai censurato dalle diverse autorità di controllo, che ha costretto moltissimi genitori a rinunciare alla mensa per i propri figli.

Intanto Moschella è ancora dirigente del Settore competente e continua ad occuparsi della mensa scolastica; le autorità di controllo sono sempre le stesse che non si erano accorte dello scandaloso servizio; la cooperativa Quadrelle 2001 in affari con la famiglia Barretta-Porcelli, ha vinto l’appalto impegnandosi a cucinare nello stesso centro di cottura della Ristorò, i pasti secondo i nuovi menù con ottimi prodotti per il prezzo ridicolo di € 2,89, cioè ancora meno di quello pagato negli ultimi due anni alla Ristorò per un servizio indecente; i genitori non si fidano più delle dichiarazioni rassicuranti del sindaco ma si dividono tra quelli che rinunciano al servizio e quelli che lo accettano perché quest’anno costa poco.

Per altrabenevento- Gabriele Corona

 

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