Telefonate intercettate di Del Basso De Caro, occorre una nuova indagine.
Stampa questo articoloComunicato stampa del 24 novembre 2015
E’ necessario un supplemento di indagini della Procura della Repubblica sui contenuti delle telefonate del sottosegretario Del Basso De Caro sulla gestione dell’ospedale Rummo.
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato oggi in prima pagina uno stralcio della telefonata della primavera 2013 tra il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e Nicola Boccalone, all’epoca direttore generale dell’ospedale Rummo, intercettata dalla Polizia Giudiziaria nell’ambito della indagine sui rapporti tra amministratori pubblici e il clan Sparandeo.
Impressiona il tono perentorio con il quale Del Basso De Caro avvisava il suo interlocutore che se non avesse provveduto immediatamente a rimuovere dall’incarico il Direttore Amministrativo dell’Ospedale entrato in conflitto con la sua compagna, Ida Ferraro, dirigente del settore legale della stessa azienda ospedaliera, avrebbe fatto una “guerra nucleare” perché lui non ha paura di nessuno, ed ha strumenti e relazioni per farla pagare ai suoi avversari. Per queste dichiarazioni il sottosegretario del governo Renzi non è mai stato neppure indagato.
Ieri l’altro sempre il Fatto Quotidiano ha pubblicato con il titolo “I voti non sono gratis” un’altra telefonata intercettata, quella tra Del Basso e la sua compagna, i quali a gennaio 2013 facevano riferimento ad una certa Rita che chiedeva di “ritornare” a lavorare in Ospedale con la nomina di “posizione organizzativa” in cambio di un pacchetto di voti.
Nell’articolo del quotidiano di Travaglio non si precisa chi è Rita ma ieri Il Mattino, in riferimento a voci circolate in città, ha smentito che si trattasse di Rita Angrisani già sindaco di Apollosa e dirigente medico della ASL.
In verità non si è trattato di “voci” perché è stata la Polizia Giudiziaria , nel caso specifico la Squadra Mobile della Questura di Benevento, ad indicare con una relazione al magistrato che la Rita oggetto della conversazione tra del Del Basso e la sua compagna, fosse proprio la Angrisani. Si tratta di un errore clamoroso perché, in effetti, Rita Angrisani non ha mai lavorato all’Ospedale Rummo e quindi non poteva chiedere di ritornarci e neppure avrebbe mai potuto chiedere l’incarico per la “posizione organizzativa” che per contratto nazionale spetta solo a personale amministrativo e non ai dirigenti medici.
E’ quindi necessario un supplemento di indagine, o di una nuova indagine, da parte della Procura della Repubblica per capire chi fosse veramente la Rita funzionario amministrativo che voleva “tornare” al Rummo; se la stessa ha ottenuto tale incarico in cambio di voti e come venivano disposti i trasferimenti e le nomine dei consulenti, anche quelli tecnici, presso quell’Azienda Ospedaliera.
Per altrabenevento- Gabriele Corona