Il progetto per la pulizia del Tammarecchia è fermo da sei anni. Esposto alla Prefettura e alla Procura.
Stampa questo articolo“ALTRABENEVENTO- associazione per la città sostenibile contro il malaffare”
Benevento 28 ottobre 2015
Alla dott.ssa Paola Galeone- Prefetto di Benevento
e p.c. Al dott. Giovanni Conzo- Procuratore aggiunto della Repubblica- Tribunale di Benevento
Le piogge eccezionali che nella notte tra il 14 e il 15 ottobre hanno riversato tra Benevento e i comuni di Pago Veiano, San Giorgio la Molara, San Marco dei Cavoti e Molinara, 190 litri di acqua per ogni metro quadrato di terreno, sono state certamente tra le cause dell’alluvione che ha colpito la città capoluogo e diverse località attraversate dai fiumi Tammaro e Calore, ma di certo l’evento ha prodotti danni ancora più devastanti a causa della cattiva o assente manutenzione dei corsi d’acqua.
Ad esempio il torrente Tammarecchia ha portato nella piana di Calise, tra i comuni di San Giorgio La Molara e San Marco dei Cavoti, quantitativi enormi di detriti di ogni tipo creando danni ingenti alle abitazioni, alle aziende agricole, ai ponti e alle strade, e determinando poi l’onda di piena che ha investito la zona industriale di Ponte Valentino.
Quel torrente era pieno da diversi anni di alberi secchi, rifiuti e soprattutto, di sabbia e pietre al punto che le amministrazioni Comunali di San Giorgio La Molara, San Marco dei Cavoti e Molinara, sapendo che la parziale ostruzione del corso d’acqua avrebbe potuto procurare gravi danni in caso di forti piogge, hanno approvato diversi anni fa un progetto di pulizia dell’alveo che però, a quanto è dato sapere, non avrebbe avuto l’assenso del Genio Civile.
Subito dopo l’alluvione del 14-15 ottobre, gli abitanti e le amministratori della zona hanno segnalato alla sala operativa della Protezione Civile della Prefettura, i danni procurati anche alla piana di Calise dai detriti portati a valle dal Tammarecchia che hanno ostruito ulteriormente il torrente prima ancora della sua confluenza con il fiume Tammaro.
Nonostante le ripetute segnalazioni, la Protezione Civile non è intervenuta sul posto. Risulta a questa associazione che la Prefettura aveva promesso almeno la fornitura o messa a disposizione di mezzi meccanici idonei a liberare in parte i ponti e gli alvei ostruiti, ma quei mezzi non sono mai arrivati.
E così, le piogge del 19-20 ottobre hanno creato ulteriori danni a Calise, con un’onda di piena proveniente dal Tammarecchia ostruito, parallela alla piena meno distruttiva del Tammaro.
I fatti esposti sono di particolare gravità e per questo chiediamo alla Prefettura di spiegare perché la Protezione Civile non è intervenuta nella piana di Calise, cioè proprio laddove l’afflusso eccezionale di acqua e detriti nel fiume Tammaro ha poi contribuito a rendere ancora più devastante l’alluvione a Benevento. I cittadini del Sannio sono particolarmente scossi da questo evento e hanno il diritto di sapere che cosa è realmente accaduto, oltre le piogge eccezionali, al punto da procurare danni ingenti alle case, alle aziende e al territorio.
Il presidente- Gabriele Corona