Il Giudice annulla il licenziamento di una dipendente della Ristorò.
Stampa questo articoloComunicato stampa del 26 giugno 2015
Il Giudice del Lavoro annulla il licenziamento della dipendente della Ristorò che non aveva voluto testimoniare contro una collega accusata di aver fotografato in cucina pentole indecenti.
Con la sentenza n. 1818/2015 emessa ieri 25 giugno, il Giudice del Lavoro, dott.ssa Claudia Chiarotti ha ordinato alla società Ristorò la immediata reintegra della lavoratrice Lucia Izzo nel suo posto di lavoro presso il centro di cottura del servizio di mensa scolastica, condannando la ditta al pagamento di una indennità pari all’ultima retribuzione dal giorno del licenziamento, 11 febbraio 2015, ad oggi e al pagamento delle spese processuali.
La signora Lucia Izzo era stata licenziata perché nonostante le pressioni ricevute dalla Rossana Porcelli, direttrice e factotum della ditta che per diversi anni ha gestito il servizio di mensa scolastica a Benevento, si era rifiutata di sottoscrivere una dichiarazione già predisposta, con la quale avrebbe dovuto affermare di aver visto una sua collega fotografare in cucina pentole indecenti utilizzate per preparare i pasti per i bambini.
La signora IZZO ha raccontato nei particolari le ragioni del suo licenziamento anche al giornalista del Corriere della Sera, Antonio Crispino, autore della video-inchiesta dal titolo “Qui vengono confezionati i pasti per i bambini tra vermi e insetti” pubblicata su Corriere.it il 25 marzo scorso.
La dott.ssa Chiarotti, dopo aver rigettato alcune eccezioni procedurali, ha rilevato che “dagli elementi raccolti emerge che la Izzo si rendeva colpevole esclusivamente di non aver riferito all’azienda che altra lavoratrice scattava fotografie nei locali aziendali. A parere del Giudice, tale comportamento non giustifica un provvedimento espulsivo in quanto non costituisce comportamento idoneo a ledere il rapporto di fiducia”. Secondo il Giudice del Lavoro “la ricorrente si è limitata a non riferire quanto a sua conoscenza in ordine al fatto che altri scattava fotografie, comportamento che non rientra tra i suoi doveri, posto che non è dovere del lavoratore relazionare su comportamenti- peraltro non palesemente illegittimi o illeciti- tenuti da altri.” Pertanto il giudice Chiarotti, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Maria Maio, difensore della signora Lucia Izzo, ha concluso ritenendo “l’insussistenza di un fatto qualificabile come giusta causa di licenziamento” ed ha ordinato la reintegra della dipendente.
Si tratta di una decisione importante che rende in parte giustizia alla dipendente della Ristorò la quale, al pari di altre lavoratrici, non si è messa la coscienza sotto i piedi, raccontando cosa succedeva veramente nelle cucine della ditta della famiglia Porcelli-Barretta. La signora Lucia Izzo non si è piegata neppure quando ha dovuto prendere atto, con amarezza, che il suo sindacato, la CISL, non l’ha mai né tutelata né sostenuta. Attendiamo adesso le decisioni del Giudice del Lavoro sui licenziamenti di altre due dipendenti “infedeli” della Ristorò, e le conclusioni delle indagini della Procura della Repubblica sul servizio per la somministrazione dei pasti ai bambini delle scuole materne ed elementari della città.
Per Altrabenevento – Gabriele Corona