La Ristorò nega la presenza in mensa delle pentole indecenti ma sospende dal servizio la dipendente sospettata di averle fotografate.
Stampa questo articoloCUB- Confederazione Unitaria di Base.
Comunicato Stampa del 30/1/2005
Tre signore che lavorano nella mensa scolastica di Benevento hanno ricevuto della società Ristorò provvedimenti disciplinari assurdi ed illegittimi motivati solo dal tentativo di seminare terrore e contrapposizione tra i dipendenti.
Alla prima, una aiuto cuoca, iscritta al sindacato CUB, viene contestato di aver indossato orecchini sotto la cuffia e di essere uscita dalla mensa con gli zoccoli per pochi metri perché così facendo avrebbe potuto poi, nel rientrare, contaminare i luoghi. E’ una accusa ridicola perché in quei locali circolano con le normali scarpe che hanno calpestato il piazzale esterno e non solo, l’amministratore della società, i fornitori, un operaio che confeziona i pasti ma non è tra i dipendenti autorizzati, e ieri addirittura alcuni giornalisti invitati dalla signora Rossana Porcelli a visitare la cucina messa a nuovo dopo il dossier di Altrabenevento.
Un’altra dipendente, sempre iscritta alla CUB, è stata addirittura sospesa dal servizio prima ancora di essere convocata per poter replicare alla contestazione. E’ accusata di gravi violazioni perché sarebbe stata “sorpresa da altro personale dipendente nell’atto di scattare varie immagini fotografiche all’interno della cucina aziendale. Tale sleale comportamento – secondo la Ristorò- è culminato con la pubblicazione sugli organi di informazione di alcune immagini scattate all’interno della cucina..”.
L’amministratore della Ristorò si riferisce, evidentemente, alle foto della pentola e del colapasta indecenti mostrate in conferenza stampa da Altrabenevento, confermando, con tale contestazione, che le stesse erano effettivamente presenti nella mensa ed utilizzate per preparare i pasti serviti ai bambini e ai malati di mente.
La terza dipendente destinataria di provvedimento disciplinare, è iscritta alla CISL e viene accusata di non aver voluto firmare una dichiarazione contro la collega che, secondo la Ristorò, avrebbe scattato le foto delle pentole incriminate.
Anche questi provvedimenti confermano la scandalosa gestione della mensa scolastica contestata da molti mesi innanzitutto da numerosi genitori che si sono rifiutati di far mangiare ai loro figli il pasto servito dalla Ristorò con la conseguente riduzione del servizio del 60%. A queste critiche la ditta avrebbe dovuto rispondere migliorando la qualità dei pasti ed invece ha tagliato i salari (senza neppure riconoscere gli aumenti previsti dal contratto nazionale) e si è fatta pignorare cifre consistenti da un’altra ditta che le aveva fornito i requisiti tecnici e finanziari necessari per gestire la mensa scolastica. Di certo anche questa responsabilità non può essere attribuita ai lavoratori. Invece la Ristorò tenta di creare divisioni tra i dipendenti grazie soprattutto a sindacalisti di comodo come quello che si è presentato addirittura in conferenza stampa con falso nome, creando ulteriori danni di immagini alla Ristorò. Ma di tanto la famiglia Barletta non si lamenta!
Neppure le polemiche per la mancanza dei certificati di idoneità dei locali o per le stranissime anomalie dei controlli effettuati da Comune e Asl, che la Ristorò non ha saputo nè potuto smentire, possono essere attribuite dai dipendenti, come pure il maldestro tentativo di smentire la presenza di insetti nella pasta e ceci. Adesso la Ristorò, in piena crisi aziendale per sua responsabilità, tenta di terrorizzare i dipendenti che non hanno messo da parte la propria coscienza e faranno il proprio dovere quando saranno chiamati dalla magistratura a spiegare esattamente che cosa succede veramente in quella mensa.
La CUB che tutelerà in tutte le sedi i propri iscritti, ha proclamato lo stato di agitazione del personale della Ristorò e richiesto un incontro urgente al Prefetto.
per la F.L.A.I.C.A. Uniti – CUB, Marcelo Amendola