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Cavidotto Terna, il Settore Urbanistica riscontra le anomalie e difformità denunciate da Altrabenevento.

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Da Il Mattino del 14 febbraio 2014

di Gianni De Blasio

“Considerando che i fruitori dell’impianto sportivo riguardano tutte le fasce d’età e per un periodo non quantificabile a priori, si ritiene opportuno prendere le necessarie iniziative a tutela della salute pubblica”. Sono, queste, le conclusioni alle quali pervengono gli ingegneri Salvatore Zotti e Luigi De Marco, tecnici del settore urbanistica del Comune di Benevento, che hanno relazionato al sindaco circa i lavori avviati dalla TERNA sulla pista ciclabile. Per quanto emerge dalla relazione, sarebbero tali e tante le incongruenze, che Fausto Pepe dovrebbe solo disporre lo stop dei lavori. Il settore, si ricorderà, si è pronunciato a seguito di un esposto prodotto dall’associazione Altrabenevento. Zotti e De Marco suggeriscono al primo cittadino che per la tutela proficua degli interessi dell’ente sarebbe opportuno che venissero individuati i settori, gli uffici e le professionalità, interni ed esterni all’ente, che riescano a verificare in dettaglio le proposte di razionalizzazione della TERNA.

Tuttavia, il settore non si sottrae dal pronunciarsi. In primis, non è chiaro se gli elettrodotti in costruzione lungo la pista ciclabile sono da 132 KV, 150 o 170 chilovolt. “E’ ovvio che la tensione all’interno dei cavi non può essere costante, tuttavia sarebbe stato più che auspicabile che lo stesso abbia avuto come soglia superiore il minimo dichiarato e non il contrario. ..La differenza di poche decine di KV ricopre un’importanza notevole e pertanto l’incertezza scaturita dall’esame della documentazione progettuale fa dubitare circa la correttezza della stessa.

Dopo aver approfondito gli aspetti normativi che regolano la materia, l’ufficio tecnico deduce che “la scelta progettuale di interrare i cavidotti lungo i bordi esterni della pista ciclabile risulta alquanto azzardata”. Così come appare inverosimile che nella rappresentazione delle fasce di rispetto caratterizzate dall’indice di qualità di 3 micro Tesla, la pista ciclopedonale risulti posizionata internamente alla fascia. Inoltre, il progetto presenterebbe incongruenze tali da avvalorare l’ipotesi che sia “profondamente viziato da errori ed omissioni che ne determinano, di fatto, l’invalidità”. Ad ogni modo, sarebbe opportuno che l’interramento dei cavidotti avvenisse nei terreni adiacenti la pista ciclabile e quest’ultima risultasse ben al di fuori della fascia caratterizzata dall’indice di qualità di 3 micro Tesla. Per la gran parte del tracciato della pista si ritrova un valore di 97,5 micro Tesla che lascia a dir poco interdetti. Infatti, l’esame degli elaborati lascia presupporre valori diurni, concomitanti con l’utilizzazione della pista da parte del pubblico, di gran lunga superiori della corrente con conseguenti incrementi dei picchi d’induzione magnetica e sforamento di tutte le soglie normative. Altre anomalìe rilevate riguardano le fasce di rispetto. “Se poi si obietta che il sistema di interramento ed isolamento presente nelle planimetrie è diverso da quello rappresentato nel diagramnma, con ripercussioni sui picchi d’induzione magnetica, si avvalora indiscutibilmente la mancanza di congruenza tra i vari elaborati progettuali presentati e l’incompletezza degli stessi inficiando, di fatto, la qualità progettuale”. “Alla luce di quanto riscontrato si nutrono forti perplessità sulle autorizzazioni rilasciate dagli Enti competenti alla salvaguardia della salute pubblica”.

La questione, inoltre, è costantemente monitorata da Altrabenevento: “La Terna sta realizzando lungo la pista ciclabile un cavidotto che produrrà per stessa ammissione di Terna, un livello pericoloso di inquinamento elettromagnetico pari a 97,7 microTesla a fronte delle norme di legge che consentono solo 3 micro Tesla per tale impianto, opera pubblica destinata al tempo libero e al turismo. Nonostante il documento di Altrabenevento del 10 febbraio, il Comune di Benevento non ha ancora provveduto ad emettere l’ordine di sospensione dei lavori, né è dato comprendere quale sia il settore competente dei controlli. Anche gli altri enti, Provincia e ARPAC, sono finora rimasti del tutto inerti,nonostante la gravità della condotta di Terna che mette a grave rischio sanitario gli utilizzatori della pista ciclabile”.

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