La De Girolamo non è indagata e allora chi era il capo del direttorio politico-partitico?
Stampa questo articoloComunicato stampa del 15 gennaio 2014
Cinque collaboratori di Nunzia De Girolamo indagati per la scandalosa gestione della ASL, ma la ministra no. Allora chi c’era a capo del direttorio politico-partitico?
Nunzia De Girolamo, venerdì prossimo dovrà spiegare in parlamento come viene gestita la sanità nel Sannio; perché le riunioni con i vertici della ASL si facevano a casa del padre e perché erano presenti uomini del suo partito (ex PdL ora Nuovo Centro Destra) che sarebbero intervenuti per condizionare la gara di appalto per il Servizio 118, la collocazione di strutture sanitarie nei vari paesi della provincia, la gestione del bar del Fatebenefratelli e le multe per le mozzarelle di bufale avariate.
La ministra si mostra tranquilla nonostante i fatti raccontati dalla stampa nazionale che oramai scandalizzano tutt’Italia (tranne alcuni organi di stampa beneventani). Pure il marito, il deputato Francesco Boccia del PD, la difende ricordando semplicemente che Nunzia non è indagata.
E in effetti questo è l’unico punto di forza della De Girolamo che però sorprende veramente tutti.
Nella ordinanza per l’obbligo di dimora dell’ex direttore amministrativo della ASL, Felice Pisapia e gli arresti dei titolari delle ditte beneficiarie di illeciti finanziamenti, il GIP, Flavio Cusani sostiene esplicitamente che esisteva un “ristretto DIRETTORIO POLITICO-PARTITICO” che ha gestito la ASL di Benevento.
Il magistrato fa riferimento agli atti trasmessi dal PM, Tartaglia Polcini, anche quelli non attinenti direttamente alla richieste delle misure restrittive ma comunque citati, come le trascrizioni delle registrazioni dei colloqui a casa del padre della De Girolamo tra la ministra, i suoi collaboratori, il direttore generale della ASL, Michele Rossi, lo stesso Pisapia e altri funzionari.
Però, da oltre dieci giorni, da quando cioè il Fatto Quotidiano ha pubblicato quelle registrazioni, la Procura della Repubblica precisa che la ministra per l’agricoltura non è iscritta nel registro degli indagati, nonostante i fatti ricostruiti dalla stampa nazionale sulla gestione del bar del Fatenefratelli alla cugina e il finanziamento del congresso del PdL da parte della ditta che avrebbe dovuto vincere la gara per il 118.
E allora, viene da chiedersi: chi c’era a capo del Direttorio politico-partitico?
Alcuni giornali hanno precisato che sarebbe stata la Guardia di Finanza con la informativa del 12 dicembre scorso a ritenere che non emergessero “fattispecie penalmente rilevanti a carico dei soggetti coinvolti” con riferimento ai partecipanti agli incontri a casa De Girolamo. I finanzieri sono arrivati a questa conclusione a seguito della relazione di due consulenti tecnici nominati dal Pubblico Ministero, due commercialisti chiamati a valutare alcuni mesi fa la regolarità dei pagamenti effettuati alle ditte da parte di Pisapia e la gara per il servizio 118.
In questo caso, però, ai due consulenti vengono trasmessi i CD con le registrazioni audio effettuati da Pasapia, degli incontri a casa del padre della ministra, con le relative trascrizioni per valutare se “nei predetti incontri vi sia stata concreta attività di determinazione, istigazione o di aumento del proposito criminoso degli amministratori dell’ASL per il compimento di atti specifici contrari alla legge per violazione di norme imperative e ad opera di chi”.
I due commercialisti nella loro relazione del 26 novembre 2013, preliminarmente evidenziato che: “la lettura della trascrizione di quanto riportato sui CD non consente una chiara visione del contesto in cui si svolgono i dialoghi in quanto non è possibile riportare i toni delle voci (a volte sarcastici seguiti da risate) con cui si svolgono. La combinazione dell’esame dell’audio e della relativa trascrizione rende più chiaro il contenuto dei dialoghi”.
Detto questo, sempre i due consulenti commercialisti, segnalano alla Finanza e al PM “alcuni passi dei dialoghi degni di particolare considerazione e meritevoli dell’attenzione della Polizia Giudiziaria”. I brani riportati nella loro consulenza si riferiscono all’incirca a 20 minuti di conservazioni che però sono durate più di quattro ore. Di tanto si lamenta l’avvocato difensore di Pisapia, Vincenzo Regardi, il quale ritiene che andavano valutate tutte le quattrocento pagine di trascrizioni dei colloqui consegnati al PM il 19 settembre 2013.
La stampa in questi giorni ha pure riportato i verbali delle dichiarazioni di Pisapia fatte al PM a gennaio 2013 e anche la testimonianza resa nello stesso periodo da Arnaldo Falato, dirigente ASL, sulla gara di appalto truccata per il servizio 118. Pare che per questi fatti e forse anche per la gestione del bar al Fatebenefratelli, ieri sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati cinque persone (la stampa nazionale li definisce uomini di De Girolamo) ma lei, la ministra non c’è.
E questo rimane davvero un giallo!
Credo quindi che gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Benevento, che per primi hanno chiesto la testa della De Girolamo, potrebbero presentare una interrogazione urgente per sapere perché la ministra tuttora non risulta indagata nonostante la sua partecipazione alle riunioni del direttorio politico-partitico che ha gestito la ASL di Benevento. Sappiamo che il coordinatore dei grillini di Benevento è cugino del magistrato che finora ha condotto le indagini sulla Azienda Sanitaria, ma siamo convinti che ciò non impedirà al movimento di fare chiarezza su questo aspetto non di poco conto.
Per Altrabenevento- Gabriele Corona