ATTENZIONE: La pubblicazione degli articoli continua sul sito www.altrabeneventopossibile.it
You Are Here: Home » Corruzione » Terremoto giudiziaro al Comune di Benevento: 5 ordinanze di arresto in carcere, 3 ai domiciliari, 7 obblighi di dimora

Terremoto giudiziaro al Comune di Benevento: 5 ordinanze di arresto in carcere, 3 ai domiciliari, 7 obblighi di dimora

Stampa questo articolo Stampa questo articolo

A seguito di una inchiesta che riguarda 61 persone, relativa agli appalti per lavori pubblici del Comune di Benevento, nata anche a seguito di una segnalazione di Altrabenevento, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento, Antonio Clemente,  ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari, Flavio Cusani, 28 provvedimenti cautelari (arresti, obblighi di dimora) per imprenditori amministratori, tecnici e funzionari del Comune di Benevento. Il GIP ha autorizzato solo 16 misure cautelari rigettando la richiesta per gli altri 12.

Stamattina sono state notificate 4 ordinanze di arresto in carcere, 3 ordiannze per arresti domiciliari, 7 ordiannze per obbligo di dimora in altro comun, per un totale di 14 proovedimenti (altre due ordinanze non sono state ancora eseguite).

Ecco il Comunicato della Procura della Repubblica di Benevento.

PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il TRIBUNALE di BENEVENTO

Comunicato stampa

OPERAZIONE MANI SULLA CITTA

“In data odierna a Benevento, Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa (Caserta), ufficiali di P.G. della Polizia di Stato della Digos della Questura di Benevento, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Benevento, nell’ambito di un’inchiesta diretta da questa Procura della Repubblica, indagine nella quale risultano coinvolti sessantuno indagati.

Le suddette misure cautelari, differenziate tra custodia in carcere, arresti domiciliari e obbligo di dimora in un Comune diverso da Benevento, riguardano quattordici indagati tra pubblici Amministratori, Funzionari e Tecnici del Comune di Benevento, nonché imprenditori sia locali che del Casertano, tutti coinvolti, a vario titolo, in delitti di concussione anche elettorale, corruzione, truffe aggravate, turbative di gare, frodi nelle pubbliche forniture, falsità ideologiche, abusi d’ufficio e frodi riscali mediante l’emissione di fatture fittizie per importi rilevanti.

Le indagini affidate alla Digos di Benevento, svolte con il consueto impegno e con spiccata professionalità, sono state avviate nel 2010 e coordinate da questo ufficio, che ha richiesto le suddette misure.

Dagli atti emerge uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante, soprattutto dall’incrocio dei dati forniti dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita.

Gli indagati risultano infiltrati nel tessuto socio-economico ed amministrativo, a volte con il paravento di attività formalmente lecite, con il fine, in realtà concretamente realizzatosi, come dimostrato dagli elementi raccolti, di acquisire, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di appalti pubblici e l’affidamento di servizi.

In particolare, le indagini svolte hanno consentito di svelare un sistema di illegalità diffuso e di rilevare, nei comportamenti dei suddetti pubblici ufficiali, un vero e proprio “comitato trasversale di affari” che ha determinato un condizionamento ed un inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell’Ente comunale e sulle sue risorse.

L’azione investigativa ha consentito, inoltre, di acquisire fonti di prova soprattutto sul fenomeno della corruzione e/o concussione esteso a diversi amministratori e tecnici comunali.

Vi è da aggiungere che, in alcune occasioni, a promuovere e/o ad organizzare altre vicende di natura illecita, che sono state accertate nel corso delle indagini, sono stati proprio i predetti pubblici amministratori e/o funzionari i quali hanno più volte affidato servizi e pagato le relative prestazioni, senza che a monte vi fosse stata alcuna determina di affidamento ad una cooperativa a sociale, in cambio di consensi elettorali; in tale ambito sono anche emersi riferimenti a minacce di licenziamento nei confronti dei soci lavoratori di tale cooperativa, al fine di coartarli ad esprimere il loro voto a favore di detti politici.

In ultimo, si rappresenta che i flussi di danaro proveniente dalle rilevanti attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro), hanno rivelato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali.

In definitiva le indagini hanno disvelato un vero e proprio “sistema” illegale che comprende il livello politico-amministrativo (sindaco, consiglieri), il livello dirigenziale-tecnico (dirigenti, funzionari e tecnici comunali), il livello imprenditoriale.

Tutti i componenenti del sistema criminale si muovono in sinergia per procacciarsi anche illeciti profitti personali.

I responsabili politici ed amministrativi non si muovono solo per un interesse pubblico, per garantire un servizio pubblico o meglio, tali evenienze solo eventualmente garantite solo se coincidono con il fine privatistico del guadagno personale.

Emblematici sono i giudizi formulati dal gip che, in alcuni passi dell’ordinanza, così si esprime: gli indagati agiscono “nel più rozzo favoritismo e nel mercimonio della funzione, non più svolta nell’interesse esclusivo della collettività, ma per perseguire utilità ed interessi privati propri, di familiari, di persone o imprese amiche; e ancora emerge in particolare la mediocrità del personale tecnico e dirigente… che a parte la palese disonestà manifestata… appare del tutto inadeguato. I dirigenti ed i tecnici vengono fuori… come i vasi di coccio di manzoniana memoria, stretti nella morsa costituita da una parte dall’arroganza dei politici disonesti… e dall’altra dalle blandizie e dai favori offerti da imprenditori spregiudicati…”; infine la struttura burocratica del Comune di Benevento risulta aver abdicato alla funzione pubblica (di imparzialità, indipendenza ed autonomia), “mostrandosi indifesa e debole di fronte agli abusi di potere ed alla corruttela di alcuni dei politici eletti…”.

Le suddette misure cautelari riguardano:

per la custodia in carcere:

1. BOCCALONE Luigi, già Assessore alle Finanze ed attuale presidente del Consiglio Comunale di Benevento;

2. CAVALIERE Antonio, Imprenditore edile di San Cipriano d’Aversa;

3. DAMIANO Aldo, già assessore ai LL.PP. ed attuale Consigliere Comunale di Benevento;

4. RACIOPPI Giovanni, Funzionario Tecnico del Settore LL.PP. di Benevento;

per gli arresti domiciliari:

1. CAPOSELA Silvano Imprenditore edile di Benevento;

2. CIARDIELLO Pietro Imprenditore Edile di Benevento;

3. TEDESCO Luigi, imprenditore impiantistica di Benevento

per l’obbligo di dimora in comune diverso da Benevento:

1. DIANA  Angelo, di Casal di Principe, Tecnico didi fiducia dell’imprenditore CAVALIERE Antonio;

2. LANZALONE Andrea, Dirigente del Settore Finanze del Comune di Benevento;

3. LA PECCERELLA Roberto, già dirigente del Settore LL.PP: del Comune di Benevento;

4. PELLEGRINO Giuseppe, già Funzionario Tecnico del Settore LL.PP. del Comune di Benevento);

5. PEPE Fausto, Sindaco di Benevento;

6. SICILIANO GIUSEPPE, Imprenditore Edile di Benevento;

7. TIMOSSI Achille, Funzionario Tecnico del Settore LL.PP del Comune di Benevento.

Benevento, 8 gennaio 2013

Il PROCURATORE DELLA REPUBBLICA – Giuseppe Maddalena

Leggi notizie collegate:

agosto 2009- Consorzio Archè e certificato antimafia

maggio 2011- Cosentino e gli affari di famiglia a Beevento

giugno 2011- Mani sul Sannio. Intervista a Gabriele Corona.

dicembre 2011 – Delvino, photored e Mastella

marzo 2012- Venti indagati

giugno 2012- Perquisizioni a Damiano.

giugno 2012- Del Basso De Caro: “Non abbiamo timore per le indagini sugli appalti”

 

 

 

 

 

Condividi su:
  • Twitter
  • Facebook

© Altrabenevento

Scroll to top