Accordo politico bipartisan per la centrale elettrica sotterranea.
Stampa questo articoloAltrabenevento – Comunicato stampa del 22 novembre 2012
Entro l’11 dicembre si possono presentare al Ministero dell’Ambiente le osservazioni al progetto di Centrale idroelettrica che la società svizzera Repower vorrebbe realizzare tra Pontelandolfo, Morcone, Campolattaro e Cerreto Sannita, ma finora nessun ente, nessuna associazione e nessun partito ha manifestato la sua posizione in merito.
Il progetto prevede che l’acqua della diga di Campolattaro sia pompata a Monte Alto ad una superiore, attraverso una condotta sotterranea di circa 9 chilometri, da dove poi dovrebbe ridiscendere producendo energia elettrica in quantitativi addirittura inferiori a quelli utilizzati per la spinta in salita.
La stazione di pompaggio e le turbine per la produzione di energia elettrica dovrebbero essere collocate all’interno di una struttura interrata, di 90 metri per 40, alta circa 50 metri, in “una delle fasce a più alto tasso di sismicità della penisola italiana” come attesta il CNR.
Per consentire ai mezzi meccanici di scendere a 500 metri sotto terra, sono previste sei gallerie di 10 metri di diametro ognuna che trasformeranno quel territorio ricco di sorgenti, boschi e borghi di grande interesse storico in un pezzo di groviera con inevitabili dissesti e frane che i cittadini svizzeri non permetterebbero mai nei loro cantoni.
Tutto ciò solo per consentire ad una società privata non di produrre altra energia elettrica a vantaggio del Sannio, ma solo di speculare sul prezzo di vendita perché la corrente prodotta di giorno nelle ore di punta, sarà venduta ad un prezzo triplo rispetto al costo sostenuto di notte per pompare la stessa acqua dalla diga di Campolattaro a Monte Alto.
La Giunta Provinciale con la delibera n. 600 del 26/10/2010, ha già dato il suo assenso alla realizzazione dell’opera ed ha approvato uno schema di convenzione da firmare con la società REC srl di Milano, collegata con la Repower, che verserà alla Provincia la somma di 380.000 euro all’anno come “misure compensative quale ristoro territoriale e ambientale per la realizzazione dell’impianto”. Si tratta di una “compensazione” ridicola per un disastro incalcolabile, addirittura molto più bassa di quella che le società proprietarie delle pale eoliche, versano agli enti territoriali interessati.
I Comuni di Morcone, Pontelandolfo, Campolattaro, dove sarà costruita l’opera, e quelli di Fragneto Monforte e Benevento nei quali passerà l’elettrodotto con altro inquinamento elettromagnetico, non si sono ancora pronunciati.
Il “movimento 5 stelle” ha preannunciato la sua contrarietà, ma gli altri partiti, di destra e di sinistra, compreso Sinistra Ecologia e Libertà al quale aderisce l’assessore all’ambiente della Provincia, Gianluca Aceto, fanno i distratti. Tacciono anche il WWF che gestisce l’oasi di Capolattaro, e il Comitato No Luminosa dei fratelli Basile e del geologo Portoghese, molto in sintonia con Aceto e tanto preoccupati per le trivellazioni petrolifere. A mantenere sotto silenzio la questione ci pensano anche alcune testate giornalistiche sponsorizzate da Repower.
Il presidente – Gabriele Corona
Sibilla
IperAttivismo da parte degli organi provinciali in materia ambientale.
http://benevento.ottopagine.net/2012/12/02/rifiuti-la-provincia-fiuta-il-business/
Quali altri “affari” ci confezioneranno i Nostri CettoLaQualunque prima della loro prossima soppressione istituzionale?
Bruna Varrone
A che punto è adesso la faccenda? non si trovano informazioni.